30 May Olio di palma anche per diesel green
La Raffineria Eni di Gela è attesa da una nuova sfida tecnologica. Sarà il secondo
esempio in Italia, dopo Venezia, di bioraffineria; diventerà un grandissimo esempio di quella che sarà la bio economy che via via avrà sempre più importanza e un maggior ruolo sia nel
nostro Paese sia a livello internazionale.
La bioraffineria avrà una capacità di lavorazione di 750 mila tonnellate annue, sarà in grado di trattare progressivamente quantità elevate di oli fritti, esausti, grassi animali e sottoprodotti dell’olio di palma da utilizzare per la produzione di biocarburanti.
“La nuova sfida parte da un progetto di ricerca interamente
di Eni la cui prima applicazione – ha sottolineato Giacomo Rispoli, direttore R&M Portfolio management & Supply and Licensing Eni – è stata realizzata nella raffineria di Venezia, dove da tre anni stiamo già lavorando e producendo green diesel con successo. A Gela, siamo riusciti grazie a questo progetto di ricerca a riutilizzare tutte le competenze di know how che abbiamo accumulato nell’arco di 50 anni e a reindirizzare questo stabilimento verso traguardi completamente nuovi e più importanti perché l’economia sta cambiando. Non possiamo più pensare di fare solo benzina e gasolio nella maniera tradizionale ma dobbiamo prepararci al futuro”.
Nella bioraffineria di Gela, oltre all’olio di palma certificato e quindi agli oli vegetali convenzionali, Eni cercherà di soffermarsi di più sugli oli esausti, sui grassi animali, su quelli che più rappresentano la cosiddetta economia circolare e con questi oli esausti alimentari che verranno recuperati, attraverso la nostra tecnologia riusciremo a riconvertirli in diesel di altissima qualità.