07 Apr “PAC, tempi certi e regole semplici”
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che il Ministro Maurizio Martina ha inviato al Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan un documento con le priorità italiane di riforma della Politica Agricola Comune post 2020.
Si tratta di una prima serie di proposte, risultato del lavoro portato avanti dal Mipaaf in collaborazione con le Regioni e le organizzazioni di categoria per valorizzare al meglio la distintività del modello agricolo italiano e dare risposte concrete ad agricoltori e allevatori.
Parole chiave: maggiore semplificazione, investimenti per l’innovazione, tutela del reddito e salvaguardia delle produzioni per garantire il futuro delle filiere. Per realizzare questi obiettivi il documento italiano propone di valorizzare meglio le Ocm come terzo pilastro della Pac, creare nuovi strumenti di gestione del rischio nell’ambito dei pagamenti diretti, tagliare la burocrazia dei programmi di sviluppo di rurale.
L’Italia chiede anche un focus specifico su argomenti centrali come ricambio generazionale, sviluppo nelle aree interne e investimenti in ricerca e innovazione.
A 60 anni dalla firma dei Trattati di Roma, l’Italia evidenzia la necessità di rilanciare l’azione europea, a partire proprio da una più forte Politica Agricola Comune, alla luce anche delle nuove sfide globali: produrre di più ma in modo sostenibile, tutelando i milioni di agricoltori europei che garantiscono la produzione di cibo per 500 milioni di cittadini.
“Nella riforma della Pac l’Italia può giocare un ruolo importante – afferma il Ministro Martina – sostenendo con forza le ragioni di una spesa agricola attenta a tutelare il reddito di chi opera nel settore, sostenere la qualità dei prodotti, gestire in modo sostenibile e razionale le risorse naturali e valorizzare le aree rurali. Dobbiamo partire dalla garanzia nel bilancio Ue di risorse adeguate alle necessità dell’agricoltura europea. Così come è impostata oggi, la Pac non riesce sempre a dare risposte soddisfacenti dal punto di vista della salvaguardia del reddito degli imprenditori agricoli e neanche dei contribuenti. Con questa riforma abbiamo quindi l’occasione per rafforzare gli strumenti disponibili prevedendo, ad esempio, l’estensione del modello delle Organizzazioni comuni di mercato ad altri settori come latte, carne o cereali, migliorarne la competitività, incrementare la capacità di adattamento alle turbative dei mercati. Dobbiamo dare più attenzione ai giovani e lavorare per la massima trasparenza verso i consumatori attraverso l’indicazione dell’origine della materia prima degli alimenti. Scelte coraggiose che siamo chiamati a compiere già oggi”.