Cereali, il clima e i suoi cambiamenti

Bologna, 25 gennaio 2018 – La Borsa Merci di Bologna ha ospitato questa mattina il workshop ‘La qualità del raccolto del grano 2017 in rapporto alle micotossine’, promosso dall’Associazione nazionale Cerealisti (Anacer) e SGS Italia Spa.
Come ha spiegato il vice presidente di Anacer, Niccolò d’Andria “c’è oggi una grande attenzione da parte del consumatore verso la salubrità dei cereali dai quali si ottengono alimenti di largo consumo, come la pasta o il pane, oppure quelli destinati a diventare mangime per animali. Noi importatori di cereali sottoponiamo grano, mais e altri cereali ad analisi costanti, alle quali naturalmente si sommano quelle degli istituti pubblici dedicati”.
L’Italia importa il 50% dei cereali per soddisfare la domanda interna. Mais, grano, soia ecc arrivano via mare, sul Tirreno a Napoli, Savona, Civitavecchia e principalmente nei porti adriatici di Bari, Brindisi, Manfredonia, Ancona, Ravenna, Venezia, dove le autorità sanitarie eseguono campionamenti per assicurare salubrità al prodotto importato.
Le micotossine sono composti tossici prodotti da diversi tipi di funghi, appartenenti principalmente ai generi Aspergillus, Penicillium e Fusarium. In particolari condizioni ambientali, quando la temperatura e l’umidità sono favorevoli, questi funghi proliferano e possono produrre micotossine. Generalmente entrano nella filiera alimentare attraverso colture contaminate destinate alla produzione di alimenti e mangimi, principalmente di cereali.
Johny Boerjan (esperto alimentare e vice presidente Technical Governance – SGS), ha svolto una panoramica su “Micotossine EEU/EU – Legislazione UE e relativi protocolli GMP+ e GTP. Le migliori pratiche da adottare e quelle da evitare attraverso il monitoraggio delle Micotossine, un campionamento strutturato e programmi di verifica analitica”.


“La pioggia prima e il successivo caldo torrido nell’estate 2016 – ha ricordato Boerjan – crearono le condizioni favorevoli per la contaminazione di micotossine nel mais italiano, aflatossine in particolare. In passato (2012) le micotossine (aspergillus) si erano diffuse nei Balcani per via dell’umidità alla quale era stato esposto il mais dopo la trebbiatura.
In generale l’Italia è tra i Paesi produttori a più alto rischio micotossine con l’India, i paesi balcanici hanno un rischio medio, rischio basso per Romania, Brasile e altri Paesi”.
Boerjan si è soffermato sul raccolto cereali 2017 e la presenza di micotossine. In generale i raccolti non hanno creato problemi in quanto durante la fase di fioritura (fine maggio-giugno) il clima è stato secco, l’umidità è infatti la causa principale della diffusione delle micotossine.
In Europa le combinazioni meteo hanno comportato un basso rischio di micotossine; qualche problema è stato riscontrato in Russia, per l’umidità presente in primavera; in Canada la stagione 2017 è stata la migliore dal 2011; in Usa le micotossine sono state riscontrate in 15 Stati ma non nel Midwest, quindi l’export non ha avuto problemi; in Argentina e Australia i raccolti sono stati favorevoli.
Il futuro: per Boerjan i cambiamenti climatici avranno un impatto importante, con fioritura anticipata e rischio di imbattersi in mesi con più umidità, con rischio di crescita di fusarium e aspergilus. Questo comporta una modifica anche nella legislazione che sta inserendo sempre più tipologie di micotossine da ricercare nelle analisi.


Davide Busani (Business Manager Agriculture, Fool & Life – SGS Italia) ha     parlato del Gruppo SGS e delle attività relative alla filiera agroalimentare.
SGS è l’azienda leader nel mondo per i servizi di ispezione, verifica, analisi e certificazione.
E’ il punto di riferimento mondiale per qualità ed integrità. Con più di 95.000 dipendenti, opera attraverso una rete di oltre 2.400 uffici e laboratori in tutto il mondo.
 In Italia conta su 700 dipendenti e basi operative a Bari, Ravenna, Genova.