Commodities, i porti sono un freno

Al netto degli effetti negativi dei dazi americani sulle importazioni agroalimentari i prodotti made in Italy continuano a macinare vendite sui mercati esteri anche se anno dopo anno, soprattutto per quanto riguarda le materie prime il differenziale con i principali competitor aumentano per colpa di un irrisolto gap delle infrastrutture, non solo quelle legate al trasporto. Ci sono due numeri per spiegare quello che sta succedendo: 92 e 168. Il primo sintetizza il differenziale delle esportazioni a favore della Spagna registrato nel 2008. Il secondo racconta l’incremento dello «spread» alla fine del 2018.
Una ricerca di Nomisma fa scattare l ’allarme di Ismea sulle commodities agricole. Lo studio sottolinea una criticità, quella del sistema portuale dell’Adriatico. Con l’avanzamento della progetto della via della Seta lanciato dalla Cina l’Italia rischia di essere tagliata fuori a causa dei bassi fondali che non permettono l’approdo delle grandi nave che trasportano i container rendono invece competitivi gli scavi della regione balcanica.