Cina primo fornitore Ue di alimenti ‘organic’

Le importazioni Ue di alimenti biologici hanno totalizzato, nel 2018, 3,3 milioni di tonnellate, assegnando alla
Cina il ruolo di principale fornitore, con il 12,7% del mercato.
Lo rende noto la Commissione europea in un report che per la prima volta fa il punto sulle importazioni bio dai Paesi
terzi, che contribuiscono – spiega Bruxelles – ad ampliare la gamma d’offerta a disposizione dei consumatori europei e a colmare le situazioni di deficit, caratteristiche di alcuni segmenti, o di temporanea carenza di merci comunitarie.

Il boom del settore, che ha spinto le vendite retail nei Ventotto oltre i 34 miliardi di euro, il valore più elevato a livello mondiale dopo quello degli Usa, rende l’import un fattore strategico, considerati i divari che si determinano, per il rispetto del periodo di conversione di tre anni, tra l’evoluzione della domanda e le dinamiche produttive, che presentano spesso ritardi rispetto ai trend di consumo.
Gli esperti preconizzano un proseguimento della crescita dei fabbisogni nell’Unione europea, che daranno ulteriore
spinta sia alla produzione interna che agli acquisti dall’estero.

L’organic importato dai Paesi terzi, in regime di equivalenza con le norme comunitarie sul biologico, è costituito per il 58% (quasi 1,9 milioni di tonnellate) da commodity agricole e per un altro 35% da altri prodotti primari, mentre i trasformati, inclusi i vini, e le preparazioni del food & beverge coprono il restante 7% del totale.
Nel dettaglio, la frutta tropicale esprime una quota del 24,4% dei volumi, seguita dai panelli di soia e di altri semi oleosi, provenienti principalmente dalla Cina, con il 10,8% di incidenza. La terza voce, tra i prodotti bio di
importazione, è rappresentata dai cereali foraggeri, seguiti da frumenti e riso. Significativi anche gli arrivi di oleaginose, zucchero e ortaggi, tra freschi e conservati.
Quanto ai fornitori (più di 100 paesi), nella lista spiccano, oltre al Dragone – da cui l’Ue importa anche soia, uova e mieli biologici – Ecuador e Repubblica Dominicana che spediscono principalmente frutta tropicale, oli di palma, succhi di agrumi e cacao.
Di un certo peso anche gli arrivi da Ucraina e Turchia, per lo più costituiti da cereali e semi oleosi, seguiti da ortaggi e frutta.

In mancanza di informazioni puntuali sui valori medi unitari, gli uffici statistici di Bruxelles non forniscono dati in valore assoluto sulle importazioni dai paesi extra Ue. In termini relativi, tuttavia, i prospetti della Commissione europea confermano il primato della frutta tropicale, con una quota a valore stimata in oltre il 27%, seguita da tè e caffè non tostato, con il 9% di share.
Per fatturato, in testa al ranking dei paesi fornitori figura il Perù, davanti a Cina e Turchia.
Interessante anche l’analisi che mostra l’incidenza del bio sull’intero ammontare delle importazioni Ue, sempre distinta per categorie. La più elevata è quella degli oli di oliva (una bottiglia su cinque è biologica), di provenienza per lo più tunisina. Significative anche le incidenze delle farine (15%) e dello zucchero e riso, con l’11% circa in entrambi i casi.
Al 9% la quota bio delle importazioni Ue di frutta tropicale, mentre le più basse incidenze si riscontrano per frumenti, cacao e succhi di frutta.

19-03-12 “Paradosso Biologico”- la Cina è il primo fornitore Ue di alimenti “organic” Agrisole