Import cereali, una necessità

Puntualmente il mese di giugno riporta in primo piano le polemiche relative all’import di cereali anche con forme e metodi (vedasi Bari) che potranno anche avere risvolti mediatici, ma che poco aiutano a comprendere le motivazioni economiche che rendono necessaria l’importazione di materie prime dall’estero. Piuttosto che di fronte ad una “battaglia del grano”, siamo in presenza di una “necessità di grano”, come di mais, soia ed altre materie prime.

Per meglio comprendere il fenomeno dell’importazione riteniamo opportuno focalizzarci sui numeri: il fabbisogno nazionale di cereali e proteici è pari a 37 milioni di tonnellate. Di queste, 19 milioni vengono dalla produzione nazionale (51%) e 18 dall’import (49%). Nel caso di grano, mais e orzo, le percentuali sono più a favore del mercato interno (56-57%), mentre l’import si ferma al 43-44%.

Ne consegue che, se non importiamo cereali, l’industria italiana non può realizzare i prodotti che ne derivano e che sono necessari per tutto il sistema agro-alimentare nazionale. L’attività espletata dagli importatori all’interno della filiera di importazione è necessaria a colmare un deficit strutturale in quanto mettiamo in collegamento e spostiamo merce dai paesi che hanno un surplus ai paesi che presentano una carenza di produzione interna, e tale filiera non è spinta dalla ricerca dei prezzi bassi ma è volta alla ricercar di quelle qualità intrinseche delle merci richieste dalla nostra industria di trasformazione.

“La nostra Associazione – afferma Carlo Licciardi, presidente di Anacer, l’Associazione dei Cerealisti nazionali – è impegnata in una corretta informazione verso i consumatori, perché l’import è necessario, senza demagogia e senza demonizzazione. La nostra Associazione porta avanti una politica che vede in primo piano sicurezza e salubrità del prodotto. Riscontri positivi vengono sia dai crescenti controlli qualitativi e dalle misure di autocontrollo messe in atto dalle aziende, sia dalle verifiche disposte dagli enti preposti. I risultati di questi controlli confermano che non ci sono situazioni preoccupanti”.

“Si tratta di un attestato – ricordano i vice presidenti Anacer Alessandro Vitiello e Niccolò d’Andria – che le imprese lavorano sempre correttamente e che tutta la filiera rispetta i rigorosi principi di salubrità. E’ importante sottolineare lo spirito collaborativo instaurato da Anacer e da tutti gli associati con le istituzioni preposte ai controlli e alle verifiche. Creare allarme sulla qualità dei cereali importati non aiuta l’agricoltura nazionale e soprattutto, inganna i consumatori”. Ed è proprio questo il punto che vogliamo sottolineare, la nostra attività è improntata allo sviluppo del sistema delle produzioni italiane le quali trovano completamento con le migliori materie prime che arrivano dall’estero.

Si evidenzia inoltre che tutta la merce che viene importata in Italia è soggetta a rigorosi controlli effettuati dal Ministero della Salute che secondo fonti dello stesso Ministero hanno prodotto esiti largamente favorevoli e ciò conferma il rispetto degli standard qualitativi della merce importata.

E’ importante sottolineare inoltre che l’Italia è molto attiva nel sistema delle allerte comunitarie e ciò testimonia ancora una volta la nostra leadership nella regolarità e qualità dei controlli.

Per quanto precede, emerge chiaramente che il sistema agro-alimentare italiano per poter competere a livello mondiale deve far leva sulla più ampia cooperazione e collaborazione tra tutti gli operatori interessati e con il supporto delle Istituzioni. Solo così si può garantire la salute del consumatore finale e dare rilancio a tutto il sistema economico nazionale con i prodotti italiani tanto apprezzati nel mondo.

 

Roma, 12 giugno 2017